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Walter Amirante

Che cosa significa fare carriera in ambito artistico

Aggiornamento: 23 apr 2024

Riflessione a voce alta




È certamente incredibile che si abbia oggi la necessità di spiegare cosa significhi, per un artista, fare carriera. Ebbene sì, è necessario. Perché? Perché con l'avvento dei social network tutti fingono qualunque cosa. Attenzione, io sono tra i più grandi sostenitori di facebook o quant'altro, ma ciò non può impedirmi, o impedirci, di vedere un problema che, almeno in ambito artistico, rischia di confondere le acque, ovvero - di confondere il pubblico.


È fondamentale che vi siano artisti locali, provinciali o regionali, o chi si esibisce "all'estero", cioè nelle locande o in situazioni inter nos, ovvero scolastiche, universitarie, o presso gli Amici del cotechino di Rossini in Rue Bayard a Parigi. Tutto fa buon brodo e a volte, tra questi, ci sono ottimi insegnanti (e perché no, anche ottimi musicisti) muniti di grande passione e quindi capaci d'infiammare i cuori dei prescelti - perdonatemi l'immagine banalmente retorica, ma efficace -: cioè di coloro che intraprenderanno una vera carriera.


E qui occorre dunque specificare cosa significhi la parola carriera. Possiamo rifarci ad una delle definizioni che propone la Treccani, e che fa da trampolino di lancio a ciò che si è sempre inteso storicamente per carriera. Carriera, infatti, è "la possibilità di accumulare capacità professionali e di salire quindi nella scala gerarchica della professione, fondata sulla competenza." Ma salire nella scala gerarchica significa, nei fatti, riuscire a raggiungere una sorta di Cerchio magico allargato. Certamente ogni disciplina ha poi i suoi propri criteri; il Cerchio magico, cioè, non sempre coincide con l'acquisizione di popolarità.


Ad es. in ambito scientifico il Cerchio magico può essere rappresentato da una data rivista scientifica, magari sconosciuta ai più, ma che può portare alla consacrazione mondiale uno scienziato, nel caso in cui un suo articolo vi appaia. Mentre in altri casi, invece, spesso il Cerchio magico ha come conseguenza l'acquisizione, per l'appunto, di una certa popolarità (per gli artisti spesso è tardiva, ma comunque presente). E quindi un avvocato in carriera è un professionista che opera in casi eclatanti, o un medico è in carriera se opera in centri d'eccellenza medica, o se è tra i pochi a saper effettuare operazioni rischiose etc. etc.


Ma veniamo all'arte: un musicista è in carriera se suona nei Berliner; un pianista è in carriera se si esibisce alla Carnegie Hall, al Musikverein di Vienna, o se pubblica con la Deutsche Grammophon; mentre un pianista accompagnatore è in carriera se accompagna Alfredo Kraus, Pavarotti, Kaufmann, Renata Tebaldi, la Gheorghiu etc. Un cantante è in carriera se canta Bohème al Metropolitan di New York, Otello alla Scala, Norma al Covent Garden etc. Un pittore è in carriera se riceve importanti commissioni da una famiglia reale, dall'artistocrazia nobiliare o economica, o se espone al Louvre di Parigi o alla National Gallery di Londra, o in importanti e potenti gallerie (sebbene queste abbiano acquisito un certo valore solo negli ultimi decenni). Un architetto è in carriera se gli viene commissionata la realizzazione della Piramide del Louvre, d'un grattacielo a Dubai, o del Sydney Opera House in Australia.


A livello artistico tutto il resto è - il nulla assoluto.


Attenzione, è evidente che vi siano - come d'altronde è sempre stato - artisti incompresi, come Frans Hals o Van Gogh; ma queste sono comunque eccezioni e oggi un nuovo Van Gogh (proprio magari grazie ai social) avrebbe più possibilità d'essere scoperto (fare carriera) da chi ha una vera sensibilità e preparazione (che sia un teatro, una casa discografica, un mecenate o altro); o allora diremo semplicemente: nel bene o nel male, avrebbe più possibilità rispetto al passato. Inoltre non va dimenticato che un vero artista mette in conto la possibilità di non essere compreso e che spetterà ai posteri l'ardua sentenza, come si dice. Certo, a volte ciò può rivelarsi tragico per lui, almeno dal punto di vista della sopravvivenza materiale.


Tuttavia non è possibile intraprendere tale attività se non si è disposti ad accettare l'eventualità (sebbene, va detto, remota per chi è vero artefice) della banca rotta. Ad es. un vero artista può guadagnare la propria vita facendo ritratti di livello. Chi non è un vero artista non ne è capace - so bene che, a molti, quest'affermazione risulterà "semplicistica". Per quanto mi ripugni tale modo di argomentare, un vero artista ha comunque i soldi per fare la spesa o vivere dignitosamente.


E per quanto io adori Bohème, è nella tradizione italiana guadagnare soldi con l'arte. Che l'obiettivo dell'arte sia poi l'arte in sé (ars in gratia artis), o il beneplacito dei posteri, questa certamente è una verità. Ma i veri artisti (soprattuto quelli italiani) non muoiono di fame. In conclusione, è evidente che nel Cerchio magico allargato vi sia poi l'esistenza dell'Olimpo, ovvero una ulteriore selezione di artisti (i più grandi). Ma è anche vero che tale selezione a volte è relativa.

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